IL TESTO "NON ABBIATE PAURA"
Scrivere un Musical sulla figura di Giovanni Paolo II ,il Papa che a detta di molti, ha cambiato il mondo, è stata un’emozione profonda , intensa e particolare , a motivo dell’eccezionale e inconfondibile profilo di Wojtyla; lui che da giovane voleva seguire i grandi mistici, lontano dai clamori del mondo , salito sulla cattedra di Pietro, ha invece rivoluzionato lo stile del pontificato: piazza , stadi e ippodromi sono diventati le nuove cattedrali da riempire di popolo.
E’ un evento che non ho timore a definire straordinario , perché, a rischio di peccare in modestia, credo che in questo musical il Signore ci abbia messo in qualche modo le sue mani. Nei lunghi mesi di lavoro, dalla stesura del testo,alla sua rappresentazione scenica abbiamo, un po’ tutti avvertito la presenza in mezzo a noi di questo grande Papa e soprattutto i nostri giovani attori che lo hanno interpretato , hanno quasi rivissuto le sue gioie, le sue emozioni, le sue sofferenze, le sue estasi .
Il testo nasce in Puglia nel 2007 e precisamente a Novoli un paesino a pochi chilometri da Lecce. Don Giuseppe Spedicato dopo pochi anni dalla morte di Giovanni Paolo II ( 2005) scrive il copione e con i giovani della parrocchia porta in scena lo spettacolo in onore del Santo Padre polacco dal titolo " Non abbiate paura", presso il Teatro Politeama di Lecce e in diverse città del Salento e della Puglia.
Nel 2010 in occasione della beatificazione di Karol Woytjla , don Giuseppe Spedicato incontra a Putignano Gianluca Ferrato a cui gli affida la regia dello spettacolo.
I due,insieme con Andrea Palotto , dopo una attenta e curata rielaborazione del testo debuttano in anteprima nazionale presso il Teatro Italia a Roma .
Nel 2014 la "JonathanL" production in occasione della Canonizzazione del Beato Wojtyla ne decide una nuova produzione riaffidandone ai tre l'aggiornamento dei testi per la regia di Gianluca Ferrato e Andrea Palotto, fissandone l'anteprima mondiale presso l'Auditorium Conciliazione di Roma.
Prologo
"Io e il mio amico, il Papa...", così inizia questa storia, che attraversa la Storia, quella di un uomo, un grande uomo Papa , un grande Papa uomo , che ha segnato la storia di tutti. E poco importa se Ian, il personaggio che pronuncia l’incip sia esistito davvero, se sia stato davvero suo amico d'infanzia e abbia suonato per lui al violino citando Adam Chmielowski e Chopin. Perché a turno, ognuno di noi ha avuto la sensazione di essere un po' Ian, amico fraterno e compagno di viaggio, di tanti viaggi di quel Karol Wojtyla che ha attraversato i 5 continenti per fare visita a ogni uomo. Ed anche se uno spettacolo potrebbe sembrare irriverente,o quantomeno inusuale, quasi inopportuno per il modo in cui si consuma e celebra il rito del "chi è di scena", la grandezza del personaggio supplisce la possibile defaillance. Il sipario si apre e la vicenda prende vita e diventa reale, sembra quasi di poter tornare indietro e ripercorre quei passi dell'uomo Karol che, da Cracovia a Roma ha attraversato il mondo intero ,( tra conflitti mondiali, imperialismi e povertà, dittature, assolutismi, eccidi, mafie, attentati alla sua persona, minacce di un mondo che nel secolo scorso ha dato il peggio di sé) ed ha accettato e portato con fede e dignità quella croce che troppo spesso è di uno soltanto. Prima testimone, poi protagonista. Attore principale della vicenda umana, non solo propria, ma anche di quella altrui.
Un uomo per l'umanità
Il giovane Karol con la passione per il teatro, dapprima piccolo e per pochi posti a sedere, cede il passo a Giovanni Paolo II , con la passione per l’uomo ed una platea di umanità assai più vasta: , e lui affronta la sua parte con la stessa determinazione, con lo stesso amore di quando recitava sotto i bombardamenti nazisti. Sotto i riflettori quando ormai aveva smesso di esserlo per diletto, incontra sia gente umile, sia chi si sente migliore della gente umile,sia i potenti della terra, ma sempre con la stessa predisposizione d'animo. Abbraccia tutti, come il colonnato di piazza San Pietro fa con le migliaia di persone che costantemente affollano la sua superficie. C'è chi contraccambia, c'è chi ringrazia e declina l’invito, c'è chi volta le spalle. Ma il suo sorriso non si spegne, perché la domanda non è mai "se sia possibile fare", ma "come fare per fare". E allora grida affinché il mondo accolga le richieste, non sue, ma del popolo di Dio e di ogni uomo con il suo Dio. Grida all'umanità il suo "Non abbiate paura!". Grida, come quel giorno ad Agrigento contro lupare e omertà. Grida silenziosamente le scuse di tutti per i peccati del passato, davanti a un pianto che per molti è solo muro e pietra. Grida cantando la gioia dei bambini, che non sono solo quelli di oggi, ma anche quelli di ieri e di domani. Niente documenti o carte d'identità alla Giornata Mondiale dei Giovani che istituisce della quale è simbolo,perché era giovane negli occhi anche quando anziano e la sofferenza tradiscono commozione e affetto , tanto cercato , tanto ricambiato .
Epilogo
Abbiamo cercato di disegnare uno schizzo dei giorni di Wojtyla per lasciarci invadere dal suo messaggio che invita tutti ad aprire , anzi spalancare la porta a Cristo. Anche la sua sofferenza e la sua morte l’abbiamo raccontata con fierezza , poesia e incanto. Non abbiamo avuto paura di farlo! Prendiamo quindi l’archetto imbracciamo il nostro violino immaginario e accompagniamo Ian nella migliore melodia del suo repertorio . E lasciamo che questa volta sia per lui, per il nostro amico Papa , Karol il Grande.
«Non abbiate paura» è un musical atipico e forse la chiave giusta per entrare “dentro” a ciò che rappresentiamo è quella socratica: entrate e ascoltate...sapendo di non sapere.